Il nuovo Avviso per la realizzazione di impianti fotovoltaici nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale è stato pubblicato il 21 luglio 2023 e stanzia circa 1 miliardo di euro a fondo perduto. Si tratta del secondo bando e, rispetto al precedente, presenta novità interessanti a vantaggio dei beneficiari:
aumentata la percentuale di aiuto a fondo perduto concedibile: fino all’80% per le imprese della produzione agricola primaria e della trasformazione di prodotti agricoli;
introdotta la nuova fattispecie di autoconsumo condiviso;
prevista la partecipazione di imprese in forma aggregata;
possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con potenza fino ad un massimo di 1.000 kWp per impianto;
raddoppiata la spesa massima ammissibile per sistemi di accumulo fino a 100.000 euro;
raddoppiata la spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica fino a 30.000 euro;
aumentata la spesa massima per beneficiario, ora pari ad 2.330.000 euro.
Le domande possono essere presentate a partire dal prossimo 12 settembre e fino al 12 ottobre 2023.
Attraverso il bando Parco Agrisolare 2023, il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste e Turismo sostiene l’acquisto e la posa in opera di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di perseguire gli obiettivi nazionali climatici-ambientali di promozione dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e attuazione di interventi di efficienza energetica. Ricordiamo che il parco agrisolare prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici dell’azienda agricola e si differenzia così dall’agrivoltaico che vede un utilizzo duale del suolo agricolo attraverso pannelli solari posti su strutture sopraelevate che consentono la prosecuzione dell’attività agricola sottostante, migliorandone la resa.
Lo Sportello Energia FVG è disponibile per informazioni e chiarimenti sul bando. Inoltre, APE FVG, che gestisce lo Sportello e che è anche soggetto erogatore SISSAR per il 2023 per il settore agroenergie, è disponibile a supportare con la propria consulenza tecnica le aziende agricole interessate a presentare domanda di finanziamento, così come già avvenuto con successo in occasione del primo bando agrisolare: https://www.ape.fvg.it/pnrr-finanziato-parco-agrisolare-a-morsano-al-tagliamento/
La settimana scorsa è stato pubblicato il nuovo bando regionale, nell’ambito della legge regionale 1/2023 “incentivi per la diffusione di fonti energetiche rinnovabili”, dedicato al solare termico.
Vediamo qui di seguito i dettagli.
Si incentiva la realizzazione di impianti a servizio di unità immobiliari ad uso residenziale (categoria da A1 ad A9 e A11) che, sfruttando la radiazione solare, ottengono calore utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria e/o per il riscaldamento.
Il bando è rivolto a: persone fisiche residenti nel territorio regionale, compresi i condòmini, nonché ai condomìni situati nel territorio regionale, nonché alle parrocchie o enti ecclesiastici di qualsiasi confessione religiosa riconosciuta dallo Stato, situati nel territorio regionale.
Sono ritenute ammissibili le spese sostenute a partire dal 01/11/2022 per l’acquisto e installazione degli impianti, i lavori correlati, i sistemi per la gestione energetica e il monitoraggio dell’impianto, le spese tecniche, le spese di istruttoria e di gestione della pratica, gli oneri di sicurezza sostenuti per l’intervento, comprensivi di IVA.
Oltre alla limitazione delle spese ritenute ammissibili è previsto un tetto massimo di spesa dell’intervento; gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura non superiore al 35% del costo massimo ammissibile dell’intervento, secondo il seguente schema:
Impianto solare termico con superficie collettore captante:
COSTO MASSIMO Ammissibile per il calcolo dell’incentivo
INCENTIVO MASSIMO Concedibile 35% del costo massimo ammissibile
C1
fino a 4,00 mq
€ 6.750,00
€ 2.362,50
C2
oltre 4,00 mq
€ 8.500,00
€ 2.975,00
CUMULABILITÀ
L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non ecceda il limite della spesa complessiva dell’intervento.
L’incentivo è cumulabile anche con il meccanismo del Conto Termico (che incentiva l’installazione del solare termico, categoria d’intervento 2.C).
Ricordiamo che questi due incentivi non sono cumulabili tra loro; pertanto si potrà cumulare il contributo regionale con le detrazioni fiscali o con il conto termico. Invece il contributo regionale non è fruibile per i soggetti che per lo stesso intervento hanno usufruito dell’incentivo Superbonus.
Come per i precedenti bandi:
la domanda dev’essere presentata esclusivamente online sul portale IstanzeOnLine fino al 15 novembre 2023
L’incentivo è concesso con procedimento a sportello, fino a esaurimento dei fondi stanziati
La concessione ed erogazione sarà disposta entro 90 giorni dalla presentazione della domanda.
Come per i precedenti anche per questo bando la regione ha predisposto una pagina web con tutte le informazioni e con il link di collegamento al portale per la presentazione online della domanda:
Vediamo ora alcune informazioni tecniche sugli impianti solari termici.
Le possibili applicazioni dei pannelli solari termici sono:
la produzione di acqua calda sanitaria;
il riscaldamento dell’unità immobiliare;
il riscaldamento di piscine o altri impianti sportivi;
riscaldamento per processi industriali (a bassa temperatura);
la produzione di freddo (solar cooling), tramite le macchine ad assorbimento.
Tipologie di pannelli
Il pannello (detto anche collettore) è un elemento captante che assorbe l’energia della radiazione solare e la converte in calore trasferendola ad un fluido termovettore (acqua, glicole, etc.).
Ci sono diversi tipi di pannelli:
pannelli piani: sono quelli più diffusi, molto utilizzati nel residenziale, possono essere vetrati (ovvero piastra captante chiusa tra una lastra di vetro e un fondo termoisolato) o scoperti (ovvero direttamente esposti alla radiazione solare, di solito più economici e con bassi rendimenti, adatti per piscine nella stagione estiva).
pannelli sottovuoto: sono costituiti da una serie di tubi sottovuoto, ciascuno dei quali ha un suo circuito interno. Questo sistema grazie al vuoto, minimizza la dispersione di calore verso l’esterno; si tratta di pannelli con efficienze molto maggiori (anche con temperature esterne basse), ma anche di costo più elevato, sono applicati principalmente in ambito industriale.
Orientamento e inclinazione
L’orientamento ottimale è con esposizione verso sud; entro un orientamento di ±15° il rendimento non ha significativi cali.
L’inclinazione ottimale dei pannelli vorrebbe il raggio d’incidenza perpendicolare alla superficie captante. Poiché la direzione dei raggi solari cambia nell’arco della giornata e delle stagioni, si ritiene ottimale una inclinazione di circa 15° inferiore alla latitudine del sito per sfruttare al meglio la captazione estiva, mentre una inclinazione pari alla latitudine è ottimale per una media annuale. Per la nostra regione (latitudine circa 46°) questi valori sono dunque 30° e 45°.
Circolazione naturale o forzata
Il sistema di ricircolo del fluido termovettore può essere naturale o forzato.
Circolazione naturale: sfrutta la proprietà che il fluido riscaldato dal sole diminuisce di densità e tende naturalmente a salire innescando così il ricircolo. Questo sistema ha il serbatoio in prossimità del pannello ed in posizione più elevata; è un sistema semplice e richiede poca manutenzione.
Circolazione forzata: qui il fluido termovettore viene fatto circolare da una pompa attivata da un termostato con sonde nel serbatoio di accumulo, che può essere distante dai pannelli. Questo impianto è più complesso, è più versatile per diversi utilizzi (ACS, riscaldamento, integrato con altri impianti, anche impianti di grandi dimensioni).
Capacità del serbatoio
Il serbatoio serve a garantire una scorta di acqua calda, anche a compensare lo sfasamento tra la produzione del calore e la domanda/uso dello stesso.
Per uso domestico ogni metro quadro di pannello produce 50 – 70 litri di acqua calda.
Indicativamente per uso igienico sanitario si suggeriscono i seguenti valori:
fino a 3 utenti, 1 pannello e serbatoio da 150 litri;
4 o 5 utenti, 2 pannelli e serbatoio da 200-250 litri;
6-8 utenti, 3 pannelli e serbatoio da 300-400 litri.
Ricordiamo che nell’ambito della legge regionale 1/2023 “incentivi per la diffusione di fonti energetiche rinnovabili” sono previsti distinti bandi, in considerazione delle differenti tipologie di beneficiari e di interventi finanziabili; ad oggi sono già stati pubblicati altri tre bandi per acquisto ed installazione di impianto fotovoltaico e di accumulo di energia elettrica, dedicati distintamente per:
persone fisiche;
condomìni;
parrocchie, enti ecclesiastici ed altri soggetti residenti negli immobili di tali enti.
Con un recente decreto legge, è stato stabilito che le detrazioni fiscali per bonus casa e ecobonus sono calcolate sugli importi totali dei costi sostenuti anche se parte di tali importi sono coperti da contributo regionale. Ciò significa, nel caso concreto del contributo regionale sul fotovoltaico, che se ad esempio installiamo un impianto da 10.000 euro e otteniamo per esso un contributo regionale pari al 40% (ovvero 4.000 euro di contributo erogato dalla Regione), per il medesimo intervento sarà ammesso all’incentivo della detrazione fiscale del 50% l’intero importo di 10.000 euro. Dunque la somma delle agevolazioni (contributo a fondo perso più la detrazione ripartita in dieci anni) è pari al 90% dei costi complessivi ammessi alle agevolazioni stesse.
Per maggiori dettagli, segue l’art.7 del decreto in oggetto.
Riferimento normativo: DECRETO-LEGGE 30 marzo 2023, n. 34 “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali.” Decreto in vigore dal 31/03/2023, convertito con modificazioni dalla L. 56/2023, pubblicata in G.U. 29/05/2023, n. 124.
Art. 7 “Disposizioni in materia di agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico”
Ai fini della determinazione dell’ammontare delle agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico previste dall’art. 16-bis del TUIR, di cui al DPR 917/1986, dall’art. 1, commi da 344 a 347 della L.296/2006, e dall’art. 14 del DL 63/2013 convertito in L.90/2013, si considera ammessa ad agevolazione fiscale anche la parte di spesa a fronte della quale sia concesso altro contributo dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, a condizione che tale contributo sia cumulabile, ai sensi delle disposizioni che lo regolano, con le agevolazioni fiscali. In ogni caso la somma dell’agevolazione fiscale e del contributo non deve eccedere il 100% della spesa ammissibile all’agevolazione o al contributo. Le disposizioni del presente comma si applicano con riferimento ai contributi istituiti alla data di entrata in vigore del presente decreto ed erogati negli anni 2023 e 2024.
Questo ultimo punto è la consapevolezza dell’importanza dell’emergenza energetica ed ecologica, nonché della necessità di un impegno continuo sia come individuo, sia come partecipazione collettiva. Dobbiamo comprendere bene che con un intenso impegno collettivo possiamo trasformare l’attuale situazione critica in una vera opportunità di cambiamento positivo. L’impegno attivo e la partecipazione ci aiutano a crescere e a distinguere le vere azioni virtuose ed efficaci dalle soluzioni miracolose, dietro le quali molto spesso si cela solo l’obiettivo di vendere un pacchetto di prodotti e servizi che prescindono dai risultati. Molte istituzioni sono attrezzate per supportare i cittadini in questi percorsi di cambiamento.
Impatto ambientale
Le persone consapevoli e ben informate tendono a fare scelte giuste, utili per loro e più in generale per la comunità.
Impatto sociale
La partecipazione è un segno di senso civico e di democrazia. L’impegno di ognuno contribuisce a costruire un’identità collettiva, un mondo più sano, equo e sicuro.
Vantaggi individuali
Fare le scelte giuste, per tempo e quando sono disponibili le risorse necessarie è il modo migliore per affrontare i prossimi anni, nei quali vedremo comunque profonde trasformazioni.
Orientiamo la spesa alimentare su prodotti da coltivazione biologica (anche semplicemente autocertificata se è possibile conoscere il produttore), locali, di stagione, a minor impatto ambientale ed energetico. In generale si dovrà accettare di pagare il cibo un po’ di più. Scegliere biologico oggi è abbastanza semplice (e poco più costoso dei prodotti non bio) ricorrendo al biologico industriale ormai reperibile in ogni supermercato. Altrettanto importante è scegliere i prodotti locali: così riduciamo i consumi per i trasporti e incentiviamo l’uso agricolo del suolo e l’economia locale. Preferiamo i prodotti di stagione perché quelli non di stagione hanno un costo energetico importante per il trasporto e/o per la conservazione; scegliere prodotti di stagione locali significa anche valorizzare le colture tradizionali e la varietà in agricoltura. Dobbiamo scegliere alimenti a minor impatto ambientale ed energetico, ciò significa ad esempio meno carne e prodotti ittici da allevamenti intensivi. Un prezzo più alto è quasi sempre pienamente giustificato: se vogliamo cibo sano e un ambiente vivibile dobbiamo investire di più nel cibo e meno nel “consumo”. Per una giusta scelta ci sono i gruppi d’acquisto solidale (GAS), negozi di prossimità, passaparola, rapporto con il luogo in cui si abita.
Impatto ambientale
L’industria agroalimentare ha un impatto enorme sull’ecosistema e le nostre scelte possono modificarla.
Impatto sociale
Modificare alimentazione significa ridurre l’inquinamento, la deforestazione, il consumo di energia e di suolo, l’uso di imballaggi. Cibo locale significa anche economia locale reale e cura del territorio.
Vantaggi individuali
Si guadagna in salute, spesso in bontà di ciò che si mangia. Da notare che i vantaggi per la salute vengono sia direttamente dal cibo, sia indirettamente dall’ambiente meno inquinato.
Quando compriamo un prodotto dobbiamo essere consapevoli che acquistiamo dei “rifiuti” differiti nel tempo: essere un “consumatore” significa produrre rifiuti. Dobbiamo essere orientati a consumare meno, nonché a scegliere prodotti che durino a lungo, che siano aggiustabili, con minor imballaggio possibile e che ci servano davvero. Questo è uno dei principi dell’economia circolare chiamato RRR (Riduci, Ricicla, Riusa). Gli esempi possono essere tantissimi: utilizzare l’acqua del rubinetto evita lo smaltimento di una grande quantità di bottiglie di plastica; evitare se possibile prodotti monouso; aggiustare gli oggetti; portare nei centri di raccolta beni ancora utilizzabili (giocattoli, vestiti, stoviglie…). Infine la frazione non riutilizzabile, destinata a diventare “rifiuto”, dev’essere vista ancora come una risorsa, la quale può essere valorizzata con la differenziazione dei materiali: carta, plastica, vetro, metalli, componenti elettriche ed elettroniche, eccetera, sono materiali riciclabili. Le discariche e gli inceneritori devono essere l’opzione finale per la più piccola parte possibile.
Impatto ambientale
Per produrre beni servono energia e materie prime. L’impatto di queste attività di produzione non si può recuperare completamente nemmeno con percorsi virtuosi di riciclaggio dei materiali: molti materiali raccolti in modo differenziato non sono realmente riciclabili.
Impatto sociale
Il riuso può essere una risorsa per le fasce sociali più deboli. Ci sono associazioni e centri di raccolta a cui fare riferimento che si impegnano. Se dove vivete non ce ne sono potreste essere proprio voi a creare un piccolo gruppo di vicinato per ragionare di questi cambiamenti.
Vantaggi individuali
Usare invece che “consumare” migliora la qualità dell’ambiente e della propria vita, nonché contribuisce a migliorare la qualità del futuro a breve e lungo termine, nostro e dei nostri figli.
Un altro aspetto particolarmente energivoro della nostra società è legato alla mobilità e qui ogni cittadino può contribuire in modo significativo, innanzitutto riducendo l’uso dell’auto privata (muovendosi a piedi, in bicicletta, coi mezzi pubblici) o ottimizzandone l’uso (car-pooling) o condividendo uso e proprietà del mezzo (car sharing). Non sempre è possibile e non sempre è facile eliminare l’auto o usarla meno, dipende da dove si abita, dove si lavora e dal tipo di vita che si conduce; tuttavia l’ostacolo più grande è l’abitudine. Sono cambiamenti che si fanno più facilmente in gruppo e con il supporto reciproco della comunità, della pubblica amministrazione, dei colleghi di lavori, della famiglia. Le grandi imprese hanno a volte dei “mobility manager”; i Comuni possono contribuire con una attenta pianificazione (modello 15minutes-cities) e potenziando le infrastrutture per la mobilità pubblica e la mobilità dolce (mezzi pubblici, piste riservate, bike-sharing, pedibus, bicibus).
Impatto ambientale
I motori a scoppio sono poco efficienti (l’80% dell’energia va sprecata) e molto inquinanti, hanno un impatto enorme sui consumi di energia e sulle emissioni inquinanti. L’uso del metano riduce solo di poco l’impatto ambientale. Le auto elettriche sono meno impattanti ma implicano comunque un grande consumo di risorse, è il concetto di mobilità personale che andrà completamente evoluto in nuovi modelli di mobilità collettiva o di mobilità dolce.
Impatto sociale
Cambiare i modelli di mobilità può significare cambiamenti sociali: cambiare la pianificazione urbana, cambiare modalità di lavoro, di istruzione pubblica, di tempo libero, eccetera.
Vantaggi individuali
L’automobile offre indubbi vantaggi, ma possederla comporta notevoli costi. In realtà già oggi in alcuni contesti le persone hanno rinunciato all’auto, come ad esempio nelle grandi città. Evidentemente è un modello sostenibile se le condizioni lo consentono.
Con la conversione in legge sono subentrate alcune modifiche ed integrazioni rispetto al decreto legge dello scorso 16 febbraio. Con questa ultima legge cambiano ancora alcune regole per gli incentivi statali.
Riportiamo una sintesi del Decreto Legge n. 11 del 16.02.2023 coordinato con la legge di conversione n.38 del 11.04.2023.
1. Proroga al 30.09.23 del superbonus al 110% per le unifamiliari.
L’art. 01 proroga il termine relativo al superbonus al 110% per le spese sostenute per interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche; il termine precedentemente previsto al 31.03.2023, limitatamente agli interventi che entro lo scorso 30.02.2022 avessero effettuato almeno il 30% dei lavori, è prorogato al 30.09.2023.
2. Le Pubbliche Amministrazioni non possono essere cessionarie dei crediti d’imposta.
L’art. 1 conferma che, ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le pubbliche amministrazioni non possono essere cessionari dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cessione del credito e/o di sconto in fattura (art. 121 del decreto 34/2020).
3. Banche, assicurazioni e altri intermediari finanziari possono acquistare BTP con il credito fiscale accumulato.
Alle cessionarie dei crediti d’imposta (banche, intermediari finanziari, assicurazioni), in relazione agli interventi la cui spesa è stata sostenuta fino al 31 dicembre 2022, è consentito di utilizzare, in tutto o in parte, tali crediti d’imposta al fine di sottoscrivere emissioni di buoni del tesoro poliennali, con scadenza almeno a dieci anni. In questo modo le banche potrebbero liberarsi dei crediti già acquisiti e dunque potrebbero riacquisire capienza fiscale per nuove operazioni.
4. Precisazioni e limitazioni delle responsabilità per chi acquista il credito
Il decreto introduce nuovi commi all’art.121 del DL34/2020; si tratta di precisazioni e modifiche che limitano le responsabilità per chi applica lo sconto in fattura e per chi è cessionario del credito (imprese e banche).
5. Stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, con alcune eccezioni
L’art. 2 stabilisce che dal 17.02.2023 (entrata in vigore del “decreto cessioni”) non è più consentito l’esercizio delle opzioni dello sconto in fattura o della cessione del credito come alternative alla detrazione fiscale diretta, ad eccezione dei seguenti casi per i quali è ancora possibile fruire di cessione o sconto:
interventi per il superamento delle barriere architettoniche;
interventi superbonus su condomini, se sussistono entro il 16.02.2023 la delibera condominiale di approvazione dei lavori e la presentazione della CILAS;
interventi superbonus diversi da condomini, se presentazione della CILAS entro il 16.02.2023;
interventi superbonus con demolizione e ricostruzione, se presentazione della domanda di titolo abilitativo (pdc, SCIA…) entro il 16.02.2023;
interventi con bonus ordinari, se presentazione della CILA o domanda di titolo abilitativo (pdc, SCIA…) entro il 16.02.2023;
interventi con bonus ordinari ricadenti in edilizia libera, se al 16.02.2023 siano già iniziati i lavori oppure sia sottoscritto un accordo, o sussistano dei pagamenti in acconto, oppure sia attestata l’esistenza di un accordo non scritto tramite una dichiarazione sostitutiva di atto notorio;
interventi esercitati da IACP, cooperative di abitazione, onlus organizzazioni socio sanitarie e assistenziali (come indicato al comma 3-bis, art.2, del decreto cessioni);
interventi su edifici danneggiati da eventi sismici e meteorologici (come indicato al comma 3-quater, art.2, del decreto cessioni).
6. Spese 2022 con superbonus: possibile ripartire la detrazione in 10 anni
La ripartizione delle detrazioni da superbonus è in 5 anni per le spese sostenute fino al 31.12.2021, successivamente per le spese dal 01.01.2022 la detrazione è ripartita in 4 annualità. Con la conversione in legge del decreto cessioni è possibile per il contribuente, limitatamente alle spese sostenutene dal 01.01.2022 al 31.12.2022, optare per la ripartizione della detrazione in dieci quote annuali anziché quattro. L’eventuale scelta non è successivamente reversibile.
7. Remissione in bonis entro il 30.11.2023 per ritardi su comunicazioni e adempimenti formali.
La remissione in bonis è una modalità prevista dalla legge per potere sanare eventuali irregolarità o omissioni di natura formale, in merito ad alcuni adempimenti. Il Decreto cessioni in fase di conversione in legge è stato integrato con la possibilità per il contribuente di avvalersi della remissione in bonis per la comunicazione di cessione del credito oltre il 31.03.2023, pagando una sanzione minima (250euro).
Qui possiamo includere il solare termico, il geotermico e le serre bioclimatiche. Il solare termico è un impianto semplice e non particolarmente costoso, simile al fotovoltaico, destinato alla trasformazione della radiazione solare in calore che viene accumulato in una massa d’acqua (il bollitore). Generalmente si realizza per la produzione di acqua calda sanitaria, ma in alcuni casi può anche essere integrato con il sistema di riscaldamento. Un impianto geotermico sfrutta come fonte energetica il suolo. Si tratta di impianti più onerosi e complessi che richiedono una precisa integrazione con l’impianto di climatizzazione (pompa di calore e sistema radiante), però hanno elevati livelli di efficienza sia in riscaldamento che in raffrescamento. La serra bioclimatica è un sistema passivo che massimizza la captazione di energia solare per contribuire alla climatizzazione di un’abitazione. Si tratta di soluzioni costose, ma possono essere interessanti soluzioni architettoniche diventando degli spazi abitabili e particolarmente piacevoli.
Impatto ambientale
Con il solare termico si può coprire il fabbisogno di acqua calda per 6/8 mesi ogni anno; con il geotermico il raffrescamento estivo è sostanzialmente a consumo zero. L’energia del sole e del suolo sono fonti inesauribili e pulite.
Impatto sociale
Anche in questo caso il guadagno per la collettività è rappresentato dall’abbattimento del consumo di energia, dalla riduzione delle emissioni nocive e dallo stimolo all’economia del territorio.
Vantaggi individuali
I vantaggi individuali sono apprezzabili nella riduzione delle bollette.
Dopo aver consigliato come essere efficienti e come consumare poco, ora il suggerimento è che quel poco sia da fonte rinnovabile. La tecnologia più diffusa oggi è il fotovoltaico, ovvero un impianto che trasforma le radiazioni solari in energia elettrica. L’impianto fotovoltaico può essere integrato con sistemi di accumulo di energia che ci consentono di massimizzare l’autoconsumo dell’energia che produciamo. Esistono inoltre mini impianti, cosiddetti “fotovoltaico da balcone”, di più semplice installazione (plug&play). Altre soluzioni per la produzione di energia rinnovabile possono ad esempio sfruttare il vento e le brezze (minieolico e microeolico), oppure i corsi d’acqua (mini idroelettrico). Per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile sono fruibili gli incentivi statali.
Impatto ambientale
La produzione ed il consumo di energia rinnovabile rappresenta il percorso per il progressivo abbandono dell’uso di fonti di energia non rinnovabile; dunque è fondamentale per la transizione ecologica della nostra società.
Impatto sociale
Queste tecnologie comportano una minor dipendenza dai combustibili fossili, contrastando quindi anche le tensioni internazionali tra paesi produttori e consumatori di risorse, contrastando anche le disuguaglianze interne dei paesi produttori sottosviluppati. Inoltre, come nel caso precedente, l’installazione di questi impianti genera ricadute positive sull’economia locale e sullo sviluppo delle tecnologie volte alla transizione energetica.
Vantaggi individuali
Se l’impianto è ben dimensionato copre una buona parte dei consumi. Il costo inziale si ammortizza in alcuni anni (il periodo di ammortamento dipende anche dalla fruizione degli incentivi) e successivamente avremo energia gratuita.