Orientiamo la spesa alimentare su prodotti da coltivazione biologica (anche semplicemente autocertificata se è possibile conoscere il produttore), locali, di stagione, a minor impatto ambientale ed energetico. In generale si dovrà accettare di pagare il cibo un po’ di più. Scegliere biologico oggi è abbastanza semplice (e poco più costoso dei prodotti non bio) ricorrendo al biologico industriale ormai reperibile in ogni supermercato. Altrettanto importante è scegliere i prodotti locali: così riduciamo i consumi per i trasporti e incentiviamo l’uso agricolo del suolo e l’economia locale. Preferiamo i prodotti di stagione perché quelli non di stagione hanno un costo energetico importante per il trasporto e/o per la conservazione; scegliere prodotti di stagione locali significa anche valorizzare le colture tradizionali e la varietà in agricoltura. Dobbiamo scegliere alimenti a minor impatto ambientale ed energetico, ciò significa ad esempio meno carne e prodotti ittici da allevamenti intensivi. Un prezzo più alto è quasi sempre pienamente giustificato: se vogliamo cibo sano e un ambiente vivibile dobbiamo investire di più nel cibo e meno nel “consumo”. Per una giusta scelta ci sono i gruppi d’acquisto solidale (GAS), negozi di prossimità, passaparola, rapporto con il luogo in cui si abita.
Impatto ambientale
L’industria agroalimentare ha un impatto enorme sull’ecosistema e le nostre scelte possono modificarla.
Impatto sociale
Modificare alimentazione significa ridurre l’inquinamento, la deforestazione, il consumo di energia e di suolo, l’uso di imballaggi. Cibo locale significa anche economia locale reale e cura del territorio.
Vantaggi individuali
Si guadagna in salute, spesso in bontà di ciò che si mangia. Da notare che i vantaggi per la salute vengono sia direttamente dal cibo, sia indirettamente dall’ambiente meno inquinato.