L’efficientamento energetico di un fabbricato si persegue in due direzioni: da un lato con l’efficientamento termico dell’involucro e dall’altro con l’efficientamento degli impianti. Gli interventi sull’involucro possono comprendere isolamenti termici di pareti esterne, coperture, solai, nonché sostituzione di serramenti più prestazionali. Per la parte impiantistica si tratta di installare impianti più efficienti, nonché di produrre ed utilizzare energia rinnovabile. Questo tipo di interventi possono ridurre drasticamente il fabbisogno energetico, sia invernale che estivo, ed aumentare sensibilmente il comfort interno, ma sono decisamente impegnativi dal punto di vista economico. Per incentivare questi virtuosi interventi lo Stato e le regioni mettono in campo diversi tipi di agevolazioni, come bonus fiscali e conto termico. La pianificazione di questo tipo di azione ha bisogno di uno studio preliminare e di una attenta progettazione, nonché di una scrupolosa esecuzione delle opere; pertanto è bene innanzitutto rivolgersi ad un libero professionista.
Impatto ambientale
Gli edifici sono responsabili di una gran parte dei consumi energetici della nostra società, e dunque producono inquinanti ed alterano il clima. L’efficientamento energetico degli edifici comporta una importante riduzione di queste emissioni.
Impatto sociale
Oltre agli effetti sociali del punto precedente sulla salute pubblica, in questo caso ci sono anche ricadute economiche ed occupazionali per imprese e produttori del settore edilizio ed impiantistico, anche a livello locale.
Vantaggi individuali
Il risultato dell’intervento può variare molto in base alla struttura dell’edificio e alla tipologia di impianti presenti con risparmi che si aggirano tra il 20 e il 60%. Si ha un risparmio sulla bolletta, si migliora il comfort di casa ed inoltre possiamo essere orgogliosi in quanto attivamente partecipi della transizione ecologica.
Sono due gli incentivi di cui possono usufruire le strutture turistiche, uno nazionale ed uno regionale riservato agli alberghi diffusi:
Bonus Turismo
È stato subito ribattezzato “Bonus Turismo” ma il suo nome ufficiale è FRI-Tur, cioè Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo nel turismo e mira a potenziare le strutture ricettive soprattutto in ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale.
Il Bonus Turismo può essere richiesto per interventi di:
riqualificazione energetica;
riqualificazione antisismica;
eliminazione delle barriere architettoniche;
manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, installazione di manufatti leggeri;
realizzazione di piscine termali (solo per gli stabilimenti termali);
digitalizzazione;
acquisto o rinnovo di arredi.
Il 50% del fondo FRI-Tur è destinato agli interventi di riqualificazione energetica.
Due le forme di incentivo richiedibili:
contributo diretto, pari al 35% delle spese ammissibili;
finanziamento agevolato, con tasso nominale annuo pari allo 0,5% e durata compresa tra 4 e 15 anni (a cui abbinare un finanziamento bancario a tasso di mercato).
Contributi FVG per l’albergo diffuso
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha previsto la concessione di contributi per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle unità immobiliari situate nei territori montani da collocare o mantenere nell’ambito della gestione degli alberghi diffusi. I proprietari potranno ricevere da 10 a 20 mila euro per unità immobiliare da vincolare per 10 anni alla destinazione di albergo diffuso.
Sono ammissibili i costi sostenuti per lavori di ampliamento, di ristrutturazione, di ammodernamento e di straordinaria manutenzione, oltre che per l’acquisto di arredi, attrezzature ed elettrodomestici da collocare nelle unità immobiliari. Le domande vanno presentate dal 15 maggio 2023 e prima dell’avvio degli interventi di recupero.
Ridurre la temperatura del riscaldamento a 19°C, regolando il termostato principale e le termovalvole dei radiatori, è un’operazione semplice alla portata di tutti, ma che può portare un significativo risultato. Similmente possiamo impostare una adeguata temperatura anche per l’acqua calda sanitaria. Un’altra azione che causa un maggior consumo di calore è il necessario ricambio d’aria dei locali. In realtà per questa operazione basta aprire le finestre per pochi minuti: la differenza di temperatura tra interno ed esterno induce un moto convettivo dell’aria e più è alta la differenza, più è rapido il movimento dell’aria. Tenere aperte le finestre per tempi più lunghi non aumenta il ricambio d’aria, ma causa il raffreddamento delle masse, come muri e solai, riducendo l’inerzia termica della casa.
Impatto ambientale
Questa azione riduce sensibilmente l’energia necessaria a scaldare l’abitazione o l’ufficio, abbattendo le emissioni in atmosfera. I sistemi di riscaldamento domestici e degli uffici hanno infatti un impatto molto grande sull’atmosfera. Mediamente si stima che un 40% delle emissioni nocive e che alterano il clima siano prodotte proprio dai nostri impianti di riscaldamento. Anche un solo grado di riduzione produce un importante abbattimento dei consumi.
Impatto sociale
Oltre a combattere il Riscaldamento Globale, si riducono anche le polveri sottili che sono uno degli inquinanti più dannosi e pericolosi per la salute pubblica. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) le considera una delle principali cause dello sviluppo del cancro al polmone e sono sospettate di essere state un fattore aggravante nella pandemia Covid19. Si riduce inoltre l’uso di energia fossile e dunque la dipendenza energetica da altri stati.
Vantaggi individuali
Il risparmio economico in bolletta sarà evidente. Ovviamente vantaggi decisamente maggiori si possono ottenere con interventi di efficientamento energetico del fabbricato, ma nell’impossibilità tecnica o economica, questa è la prima azione da mettere in pratica.
L’obiettivo è scoprire nel dettaglio il nostro consumo di energia elettrica: quanta, quando e come. Già la sola consapevolezza dei propri consumi può portare a risparmi anche superiori al 20%. Per analizzare i consumi si può installare uno “Smart Meter”, un piccolo apparecchio che legge e mostra i consumi in tempo reale. Forse ne abbiamo già uno in casa: i nuovi contatori sono degli smart-meters; essi ci danno solo alcune informazioni, come ad esempio il consumo nelle diverse fasce orarie, riservando maggiori dettagli al fornitore. Installare un nostro smart-meter ci consente di verificare i consumi mensili, giornalieri, orari, istantanei, ed in più può dialogare con gli eventuali elettrodomestici “intelligenti”. In alternativa si può anche prendere nota dei consumi manualmente facendo letture regolari del contatore; esistono inoltre delle “prese intelligenti” programmabili che fungono da misuratori di consumo sulla singola presa; con questi dispositivi si possono monitorare i consumi di singoli elettrodomestici.
Impatto ambientale
La consapevolezza di quanto siamo energivori e di quali sono le “cattive abitudini” che ci fanno sprecare energia inutilmente ci aiuteranno a capire come agire efficacemente. Staremo più attenti ai consumi, cambieremo abitudini e daremo all’ambiente un piccolo contributo in termini di minor consumo di risorse ed emissioni.
Impatto sociale
Consumare meno e consumare rinnovabile sono presupposti imprescindibili per raggiungere l’obiettivo zero emissioni. Dunque la consapevolezza è fondamentale per realizzare una società meno energivora.
Vantaggi individuali
Con la consapevolezza dei consumi e con comportamenti più virtuosi, consumeremo meno energia e avremo delle bollette meno care.
Ispirandoci alla guida dell’ANCI Emilia-Romagna (“Energia: dieci consigli per cambiare strada”, anno 2020), abbiamo realizzato una guida alle azioni quotidiane per migliorare il proprio impatto ambientale, per ridurre i propri consumi energetici e dunque risparmiare sulle bollette e per migliorare la qualità della vita nostra e degli altri.
La guida è pensata come un breve decalogo di azioni virtuose e ne pubblichiamo una a settimana:
Possiamo modificare il contratto di fornitura di energia elettrica passando alla fornitura di energia da fonte rinnovabile, certificata GO. Questa sigla significa Garanzia di Origine ed è una certificazione rilasciata dal GSE che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate. Si può chiedere all’attuale fornitore di modificare il contratto di fornitura oppure si può cambiare fornitore se questo offre una soluzione più ecologica e/o economica. Passare all’energia green non richiede alcun intervento sull’impianto elettrico, dunque il costo dell’operazione dipende solo dalla differenza di prezzo tra energia elettrica rinnovabile e non rinnovabile.
Impatto ambientale
La nostra scelta contribuisce ad accelerare la transizione verso l’uso di energia a basso impatto sull’ambiente e una rapida diminuzione delle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti che alterano il clima e creano gravi danni alla salute e all’ambiente (come le polveri sottili).
Impatto sociale
Con la nostra azione contribuiamo a modificare il mercato dell’energia elettrica spostando la produzione verso le fonti rinnovabili e a basso impatto ambientale. La nostra scelta potrà anche essere d’esempio per altri: più utenti richiederanno energia certificata GO, più i produttori saranno motivati a cambiare le modalità di produzione.
Vantaggi individuali
Non c’è un vantaggio economico, ma una soddisfazione morale; il valore è nella personale gratificazione di ridurre quasi a zero le proprie emissioni derivanti dall’uso dell’energia elettrica.
Abbiamo realizzato una guida ispirata a quella dell’ANCI Emilia-Romagna (“Energia: dieci consigli per cambiare strada”, guida di ANCI Emilia-Romagna, anno 2020), la quale è qui ampliata ed aggiornata. Si tratta di un decalogo di azioni virtuose rivolto a tutte le persone come guida nelle azioni quotidiane per migliorare il proprio impatto ambientale, per ridurre i propri consumi energetici e dunque risparmiare sulle bollette, nonché per migliorare la qualità della vita nostra e degli altri.
I consigli verranno pubblicati settimanalmente, ma partiamo dalle premesse:
Il Regolamento UE 2020/852 ha introdotto la tassonomia delle attività economiche ecocompatibili, che consiste in una classificazione delle attività che possono essere considerate sostenibili in base agli obiettivi ambientali dell’Unione Europea. Questo documento definisce tanti argomenti che sono centrali per questa sintetica guida. Ecco un estratto dal regolamento:
Un’attività economica/azione è considerata ecosostenibile se:
contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento di uno o più degli obiettivi ambientali;
non arreca un danno significativo a nessuno degli obiettivi ambientali (principio DNSH, Do No Significant Harm).
Gli obiettivi ambientali previsti dal regolamento sono:
la mitigazione dei cambiamenti climatici;
l’adattamento ai cambiamenti climatici;
l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine;
la transizione verso un’economia circolare;
la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento;
la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
È un sistema economico in cui il valore di prodotti, materiali e altre risorse è mantenuto il più a lungo possibile, migliorandone l’uso, la produzione ed il consumo, al fine di minimizzare l’impatto ambientale e la produzione di rifiuti e sostanze pericolose.
Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation (punto di riferimento internazionale) l’economia circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.”
L’economia circolare è dunque un sistema pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi, e dove i rifiuti diventano risorse.
Tornando al Regolamento UE 2020/852, ogni azione/attività economica contribuisce alla transizione verso un’economia circolare se:
utilizza in modo più efficiente le risorse naturali, compresi i materiali a base biologica di origine sostenibile e altre materie prime, nella produzione, anche con la riduzione dell’uso di materie prime primarie, con l’aumento dell’uso di sottoprodotti e materie prime secondarie, con misure di efficienza energetica;
aumenta la durabilità, la riparabilità, la possibilità di miglioramento o della riutilizzabilità dei prodotti, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;
aumenta la riciclabilità dei prodotti, compresa la riciclabilità dei singoli materiali contenuti, anche sostituendo o riducendo l’impiego di prodotti e materiali non riciclabili, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;
riduce in misura sostanziale il contenuto di sostanze pericolose nei prodotti, nei materiali e per tutto il ciclo di vita, anche sostituendole con alternative più sicure e assicurando la tracciabilità dei prodotti;
prolunga l’uso dei prodotti, anche attraverso il riutilizzo, la progettazione per la longevità, il cambio di destinazione, lo smontaggio, la rifabbricazione, la possibilità di miglioramento e la riparazione, e la condivisione dei prodotti;
aumenta l’uso di materie prime secondarie e il miglioramento della loro qualità, anche attraverso un riciclaggio di alta qualità dei rifiuti;
previene o riduce la produzione di rifiuti;
aumenta la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti;
potenzia le infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, così che i rifiuti siano riciclati nella produzione come apporto di materie prime secondarie, evitando così il downcycling;
riduce al minimo l’incenerimento dei rifiuti e lo smaltimento in discarica o processi simili;
L’emergenza climatica è evidente e sempre più pressante; le temperature medie sono aumentate in modo irreversibile, con conseguenze sui fenomeni metereologici, problemi di disponibilità di acqua, alterazioni nelle attività umane (ad esempio nelle colture agricole, isole di calore urbane, emergenze per carenza d’acqua e per bombe d’acqua e così via).
Servono strategie con una visione globale, ma questo non può essere un alibi per omettere le azioni individuali che ognuno di noi può e deve fare.
Ormai non si parla solo di azioni che contrastino il cambiamento climatico, ma anche di azioni di adattamento (resilienza) ad un clima ormai in fase di trasformazione sulla quale non c’è controllo. Si parla di:
mitigazione dei cambiamenti climatici, ovvero il processo di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale al di sotto di 2°C e successivamente ridurre al limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come stabilito dall’accordo di Parigi; ciò nell’immediato si traduce nel ridurre drasticamente le emissioni di gas serra;
adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero il processo di adeguamento delle attività umane ai cambiamenti climatici (attuali e prevedibili) e ai loro effetti.
L’uomo deve radicalmente modificare i modelli sociali ed economici, ed anche modificare le azioni quotidiane, le abitudini; dunque deve cambiare la mentalità.
È una grande sfida, ma anche una grande opportunità per modificare i nostri modelli di sviluppo eliminandone i difetti. I modelli di sviluppo fondati sul consumo sempre crescente sono quelli che causano il cambiamento climatico, e sono sostanzialmente gli stessi che portano a forti squilibri, alla crisi economica (con accentuazione degli squilibri sociali), crisi energetica (con guerre e tensioni internazionali per gli accaparramenti di risorse ed energie).
Sgombriamo i soliti luoghi comuni:
È un problema che riguarda le future generazioni.
FALSO! Stiamo vivendo un processo di cambiamento climatico causato dalle attività umane ed ormai fuori dal nostro controllo (se non a lungo termine). Siamo in ritardo, ogni azione è urgentissima.
Non sappiamo se è davvero colpa dell’uomo.
FALSO! un modello di sviluppo basato sulla crescita di consumo di energia e risorse è la causa di squilibri ambientali e inquinamento climalterante.
Io non posso farci molto.
FALSO! Ogni azione, anche piccola, è fondamentale e indispensabile; non cerchiamo degli alibi.
Energia ed economia sono collegate in modo indissolubile e permanente, a costituire un modello economico basato sul consumo; significa che per fare crescere l’economia occorre sempre più energia. Più persone si fanno entrare in questo modello, più energia e risorse saranno necessarie per sostenerlo.
I combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) sono stati la leva di questo modello economico di sviluppo: abbiamo attinto dal sottosuolo una quantità immensa di energia che ci ha consentito una continua crescita.
Questa continua crescita economica ha generato un costo ambientale via via crescente ed oggi (anzi già da un po’ di tempo) è arrivato il conto: tutte queste risorse che erano stoccate nel sottosuolo ora sono state trasformate in sostanze climalteranti e liberate nella biosfera e in atmosfera. Ecco il conto: la crescita economica (che a dirla tutta è ascrivibile solo ad alcuni paesi “sviluppati”) ha modificato la composizione dell’atmosfera terrestre e provoca il riscaldamento globale avviando un processo che sta rendendo il pianeta inabitabile per l’uomo ed altre specie viventi.
È necessario modificare profondamente il modello economico. Non si tratta semplicemente di tornare indietro, ma di cambiare proprio paradigma passando ad un modello di sviluppo che ponga come primo obiettivo l’equilibrio tra uomo e ambiente e solo a seguire altri obiettivi, tra i quali l’approvvigionamento di energia e il suo utilizzo: dobbiamo vivere consumando molta meno energia e producendoda fonte rinnovabile quella poca energia necessaria. Infine si dovrà trovare il modo per catturare le sostanze inquinanti che abbiamo incautamente liberato e rimetterle nel sottosuolo.
Sgombriamo i soliti luoghi comuni:
Basta sostituire petrolio, carbone e gas con le rinnovabili.
FALSO! La transizione verso fonti rinnovabili è giusta, ma non sufficiente. Si deve ridurre drasticamente il consumo energetico.
L’importante è far girare l’economia, il sistema troverà nuovi equilibri con nuove forme di energia.
FALSO! Si deve cambiare l’economia, questo modelli a crescita continua non è ulteriormente sostenibile perché le risorse energetiche, come pure aria e acqua, non sono infinite.
Usare meno energia significa tornare indietro.
FALSO! Il cambiamento va verso un mondo più sano, equo e sicuro; e questo è un miglioramento. Oltretutto essere meno energivori è una opzione indispensabile ed improcrastinabile.
Di primo acchito si potrebbe pensare che in generale di fronte a grandi problemi le azioni dei singoli non possano avere risultati significativi. Ciò è vero se le azioni non sono efficaci, ovvero non sono corrette rispetto al problema da affrontare. Viceversa se l’azione è corretta ed efficace per affrontare il grande problema, essa darà un piccolo contributo, che però diventerà significativo se sommato agli altri contributi piccoli e grandi.
Finora di fronte ai problemi emergenti (siano ambientali o sociali) si è sprecato tantissimo tempo ed energie facendo poco e male, con risultati scarsi e talvolta anche peggiorativi. Il nostro modello sociale-economico riesce spesso a generare soluzioni false, il cosiddetto green-washing, ovvero soluzioni che dovrebbero ridurre emissioni e consumi, ma che invece non lo fanno, o lo fanno in modo insignificante, o addirittura hanno effetto opposto.
Perciò è importante per ogni individuo capire i problemi, capire come agire efficacemente, senza sprecare tempo, risorse ed energie, con azioni che portino benefici a noi, alla società, ma anche all’intero ecosistema, imprescindibile per la nostra sopravvivenza.
Al motto “consapevolezza e azione” forse si potrebbe aggiungere “azione collettiva” intesa sia come partecipazione, sia come condivisione.
La partecipazione è un segno di senso civico e di democrazia, rafforza la coesione sociale, l’inclusione, contrasta la povertà e il degrado sociale.
La condivisione è un termine che troviamo anche tra i principi dell’economia circolare: lo sharing economy, ovvero la condivisione di beni e servizi (car-sharing, bike-sharing, internet, attrezzature…). È un approccio vincente e sinonimo di efficienza quando si parla ad esempio di riscaldamento (teleriscaldamento, impianti centralizzati), di energia elettrica (CER AUC).
Sgombriamo i soliti luoghi comuni:
Le nostre azioni non contano niente.
FALSO! Se capisco bene come agire le mie azioni contano.
Non vogliamo rinunciare a niente, semmai avere di più.
FALSO! Molto spesso, quelle che sembrano rinunce diventano vantaggi (per chi è curioso suggeriamo di cercare il paradosso di Easterlin, o paradosso della felicità).
Per fare qualcosa di significativo bisogna avere risorse.
FALSO! Tutti possono fare qualcosa di significativo e vantaggioso per sè e per gli altri.