Nel caso in cui si effettuassero dei lavori per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici residenziali, una parte degli oneri può essere detratta dall’Irpef. La tipologia degli interventi varia dalla manutenzione straordinaria, alla realizzazione di autorimesse pertinenziali, dai lavori per eliminare le barriere architettoniche a quelli per il conseguimento del risparmio energetico. Fa parte di questa detrazione anche il Sismabonus, per lavori di adeguamento antisismico.
Con la Legge di bilancio 2018 la percentuale del 50% è stata prorogata fino al 31 dicembre 2018. Dopo tale data la detrazione potrebbe ritornare alla misura ordinaria del 36%.
L’unica modifica apportata riguarda la comunicazione da fare all’ENEA, similmente a quanto accade per la detrazione Irpef del 65% per risparmio energetico, anche detta Ecobonus. Ad oggi siamo ancora in attesa dell’uscita dei chiarimenti da parte dei Ministeri competenti.
Soggetti ammessi
Possono accedervi tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Nel caso di opere antisismiche (Sismabonus) sono ammesse alla detrazione anche le società, quindi la detrazione avviene sull’Ires.
L’agevolazione spetta non solo ai proprietari degli immobili, ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese.
Hanno diritto alla detrazione, inoltre, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture:
– Il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento;
– Il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.
Tipo di interventi
Gli interventi incentivati sono i seguenti:
– gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali;
– gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale;
– gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se detti lavori non rientrano nelle categorie indicate nei due precedenti punti e a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza;
– gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche a proprietà comune;
– i lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto ascensori e montacarichi; alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap gravi;
– interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
– gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
– gli interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici, con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia, purché l’impianto sia installato per far fronte ai bisogni energetici dell’abitazione;
– gli interventi per l’adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica (Sismabonus).
– gli interventi di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.
Sono inoltre ammesse all’agevolazione:
– le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse;
– le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento;
– le spese per la messa in regola di impianti elettrici e impianti a metano;
– l’acquisto dei materiali;
– compenso relazione conformità lavori;
– spese per perizie e sopralluoghi;
– l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunce di inizio lavori;
– gli oneri di urbanizzazione;
– costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi e agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati.
Legato a questa detrazione c’è il bonus mobili (prorogato dalla Legge di bilancio per tutto il 2018), che incentiva l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione (compreso trasporto e montaggio).
Come funziona
L’incentivo consiste in una detrazione del 50% dall’Irpef delle spese sostenute (bonifici effettuati) dal 26/06/2012 al 31/12/2018, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.
Per le misure antisismiche:
– detrazione del 50% su un ammontare complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare, ripartita in cinque quote annuali;
– 70% (75% se condomini) se c’è il passaggio a una classe di rischio inferiore;
– 80% (85% se condomini) se c’è il passaggio a due classi di rischio inferiore;
– dal 01/01/2017 i beneficiari della detrazione possono scegliere di cedere il credito spettante ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati (solo per interventi condominiali).
Per la detrazione su mobili e grandi elettrodomestici, la percentuale è del 50% su un importo massimo di 10.000 euro.
Come accedere
Per accedere alla detrazione è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.
Se prevista dai casi di legge, deve essere fatta la comunicazione obbligatoria all’ASL di competenza, in concomitanza all’inizio dei lavori.
Inoltre è importante effettuare i pagamenti con bonifico “parlante” che riporti nella causale il riferimento alla legge specifica; questo metodo non è necessario tuttavia per l’acquisto dei mobili, le cui spese possono essere pagate anche tramite carta di debito o credito.
Per la normativa aggiornata fare riferimento al sito:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Agenzia/Agenzia+comunica/Prodotti+editoriali/Guide+Fiscali/Agenzia+informa/AI+guide+italiano/Ristrutturazioni+edilizie+it/Guida_Ristrutturazioni_edilizie_2018.pdf
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